La Mappa Concettuale e l’importante ruolo del docente

La Mappa Concettuale e l’importante ruolo del docente

di dottoressa Stella Totino

Per utilizzare una mappa concettuale basta una diagnosi di DSA (Disturbo specifico di apprendimento) o di altri disturbi del neurosviluppo (es:. disturbi di linguaggio, ADHD etc.)?

La risposta è SI, per poterla utilizzare; NO, per utilizzarla in modo efficace!

In altre parole, prendere atto che un alunno ha una diagnosi e produrre un PDP (Piano Didattico Personalizzato) non sono condizioni sufficienti per mettere l’allievo nella condizione migliore per apprendere.

Dire ad un ragazzo: “Puoi utilizzare le mappe” non è sufficiente, i fattori che intervengono nell’utilizzazione corretta delle mappe sono molteplici, dal non saperle fare, al non saperle consultare, fino al vergognarsi.

Come possiamo prevenire tutto ciò?

È possibile individuare almeno 4 facilitatori:

1 Partiamo da un concetto di base, utilizzare la mappa come strumento che accompagna la spiegazione, può essere utile per favorire l’apprendimento di tutti! Molte sono le strategie utili, ad esempio, fornire una mappa concettuale con gli argomenti principali della lezione, mappa che ciascun ragazzo può ampliare ed utilizzare per prendere appunti e successivamente integrare con altre informazioni. Questo risulta utile sia per imparare a cogliere le informazioni importanti durante la spiegazione, sia come base per individuare gli argomenti della lezione. Inoltre, costruire una mappa insieme ai ragazzi durante la spiegazione è utile per avere una traccia della spiegazione e per imparare a costruirla e ad adattarla al proprio stile di apprendimento.

2 Possiamo prevenire gli stereotipi che si accompagnano all’uso degli strumenti compensativi e delle misure dispensative attraverso il dialogo educativo, che definisca i concetti di uguaglianza e di equità, fondamentale per permettere a tutti di raggiungere il più alto livello di sviluppo possibile delle proprie capacità. Questo chiarimento, essenziale per instaurare un rapporto di fiducia tra insegnanti e alunni, andrebbe fatto sin dalla fase di conoscenza e riproposto tutte le volte che se ne evidenzi la necessità. Tutto ciò è di fondamentale importanza per evitare che la vergogna e la rabbia ostacolino la crescita relazionale ed emotiva degli alunni. Infatti, molto spesso, i ragazzi ci raccontano che si vergognano ad utilizzare le mappe perché pensano che potrebbero essere derisi dai compagni o perché temono che i professori dicano che non possono usarle. La rabbia, effettivamente, è spesso frequente nei ragazzi che vedono i compagni usare le mappe concettuali durante le verifiche, in quanto tutto ciò viene percepito come ingiustizia…in mancanza dei chiarimenti sopra suggeriti.

3 Incentivare la condivisione delle mappe tra gli alunni da una parte favorisce la normalizzazione dello strumento, la cooperazione, il cambio di prospettiva per il ragazzo che da bisognoso di aiuto, con il proprio lavoro, aiuta gli altri; dall’altra, consente il recupero per chi, per differenti ragioni, è rimasto indietro.

4 Infine, incentivare l’uso delle mappe concettuali durante le verifiche scritte e orali permette al docente di valutare l’apprendimento del ragazzo al netto delle difficoltà di apprendimento. Tempo fa, ho avuto modo di confrontarmi con un Professore di matematica, che nel 2003 era docente in scuola superiore, il quale mi ha spiegato come molto tempo prima della Legge 170/2010 già utilizzasse mappe e formulari per tutti i suoi alunni, perché non era importante imparare a memoria qualcosa che, all’epoca si trovava facilmente sul libro e oggi, molto più facilmente, su internet, ma era e resta fondamentale saper ragionare e sapere cosa cercare. E sapete come ha concluso questo racconto? Raccontandomi come con questa “apertura mentale” ha portato molti ragazzi a ricredersi sulle proprie capacità matematiche, a ridurre l’”Ansia da matematica” e, di conseguenza, ad apprendere.

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