di Laura Rovaris
Quando inizi a lavorare con un bambino o un ragazzo BES tutto parte sempre dai genitori, quasi sempre dalle mamme.
Le mamme sono cosi attente a quei piccoli campanelli d’allarme!
Non che i papà non lo siano, sono così presi dalla frenesia del lavoro quotidiano, a volte arrivano a casa quando i figli stanno già leggendo qualcosa sotto le coperte del loro letto a castello e quei brevi momenti che passano con loro preferiscono raccontare della loro giornata, dare il bacio della buona notte e vederli sereni addormentarsi dopo aver salutato il loro papà.
I papà passano per i “ buoni”. Le mamme invece sono quelle che, dopo il rientro da scuola e la merenda, lottano con i loro figli per fare i compiti, tra minacce, compromessi e litigate.
Vanno ai colloqui, sono iscritte a mille gruppi whatsapp della classe per essere sempre aggiornate su tutto ciò che riguarda la scuola e le novità, cose che ti fanno andare in tilt il telefono quando di figli ne hai più di 2.
Quando le mamme ti chiamano e ti chiedono aiuto ti senti importante per quella famiglia; ma quando è il bambino che dice ai genitori “Oggi viene Laura? “,“Oggi Laura sta con me?” è lui che ti sceglie.
Ti vuole, ripone la sua fiducia in te.
Accetta il tuo aiuto e la tua vicinanza, è disposto a far cadere quel piccolo muro di protezione (che tutti mettono all’inizio) ed è disposto ad esporre tutte le sue debolezze senza paura e soprattutto senza vergogna, senza dover più chiedere “scusa”.
I bambini non dovrebbero mai chiedere scusa per le loro difficoltà.
A me viene una specie di piccola morsa dentro, ogni volta che un bambino fa un errore durante un’esercitazione e dopo la mia correzione si precipita a dirmi “si, scusa”.
Ho abolito, gentilmente, quella parola in tutti i miei incontri.
Dico loro che fare un errore non è una colpa e per questo non bisogna chiedere scusa.
Quando i bambini mi scelgono mi sento trionfante.
Ma la cosa più bella è quando riesci ad entrare cosi bene in empatia con loro che ti scelgono anche come confidente e vedono gli incontri insieme come un momento di sfogo.
Diventare la loro confidente per me è come raggiungere una vetta.
Esercizio di grammatica italiana sulle funzioni del verbo essere.